STABILIZAZIONE PRECARI SANITA’, INCONTRO AL MINISTERO DELLA SALUTE SULLA BOZZA DEL D.P.C.M.. EMENDAMENTI PROPOSTI DALLA FIALS
STABILIZAZIONE PRECARI SANITA’, INCONTRO AL MINISTERO DELLA SALUTE SULLA BOZZA DEL D.P.C.M.. EMENDAMENTI PROPOSTI DALLA FIALS ( articolo del 20/11/2013 )
“Senza una proroga generalizzata” dei dipendenti precari della sanità “il sistema crolla”. Così è iniziato l’intervento del Sottosegretario al Ministero della Salute On. Paolo Fadda all’incontro odierno presso il dicastero sulla bozza del D.P.C.M. per la stabilizzazione dei precari del comparto e della dirigenza tutta degli Enti del Servizio Sanitario Nazionale. Una dichiarazione “coraggiosa”, l’ha definita il Segretario Generale della FIALS, Pino Carbone, un obiettivo ed auspicio tanto desiderato e ricercato dalla FIALS.
Il sottosegretario ha proseguito dichiarando che nonostante il dramma dell’alluvione e dei morti in Sardegna, la sua terra, “a cui va la nostra solidarietà”, non ha voluto mancare a questo importante appuntamento. Ha proseguito ribadendo la condivisione del processo del tavolo unitario con tutte le OO.SS. in un incontro “importante” che deve vedere tutti uniti in un’unica definizione della bozza del DPCM sulla stabilizzazione del personale precario in sanità sia esso del comparto che dell’intera dirigenza, così come voluto dalla legge 125/2013.
Un documento, ha concluso nella sua prima parte dell’intervento il sottosegretario Fadda, che certamente troverà altri interlocutori, il MEF, la Funzione Pubblica, la Conferenza delle Regioni, “con le quali troveremo non poche difficoltà”.
La bozza del DPCM rimane aperta a qualsiasi contributo dei sindacati dando appuntamento alla prossima settimana con un nuovo testo che tenga conto, anche, di tali osservazioni ed emendamenti richiesti.
La FIALS, nel proprio intervento, ha illustrato le linee generali di “insoddisfazione” della bozza del DPCM, specie per la stabilizzazione dei precari a tempo parziale, che viene richiesta a “tempo pieno”, come anche per il finanziamento poiché così come esplicato nel documento proposto non risolverebbe la problematica, colpendo in particolare, i precari della sanità delle Regioni con piani di rientro che meriterebbero, invece, una attenzione particolare e prioritaria nel medesimo emanando DPCM. La FIALS è entrata nel merito dei singoli articoli proposti riportando le osservazioni e sottoponendo i seguenti emendamenti.
Art. 1 – Ambito di applicazione – Si richiede la necessità di declinare tutti gli Enti del SSN a cui verrà applicato il DPCM per evitare forme disomogenee a livello regionale.
Art. 2 – Procedure concorsuali riservate –
{C}· {C}comma 1: la contrarietà a nuove procedure concorsuali per coloro che sono già inclusi in graduatorie di concorsi vigenti. Già la precedente legge n. 296 del 27.12.2006 art. 1 c. 558, riferita alla stabilizzazione dei precari, disponeva che “ alle iniziative di stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato mediante procedure diverse (c.f.r. a quelle concorsuali) si provvede previo espletamento di prove selettive…”. Tale norma legislativa, pur se riferita al solo personale non dirigenziale, riteniamo che sia possibile estenderla anche al personale della dirigenza.
Emendamento art. 2 c. 1: dopo l’ultima parola amministrativa, aggiungere “ fatta salva la possibilità di utilizzo, per la stabilizzazione di personale a tempo determinato già in servizio, di graduatorie di concorsi pubblici per titoli ed esami ancora utili ai sensi della normativa vigente”.
{C}· {C}comma 2: mentre il comma 1 prevede che le procedure concorsuali per la stabilizzazione sono previste per assunzioni del personale del comparto e della dirigenza tutta, il comma 2, nel citare le diverse leggi di riferimento a cui sono riservate le procedure di cui al comma 1, fa riferimento solo al personale non dirigenziale anche se la frase “ovvero che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso gli Enti” potrebbe riferirsi alla dirigenza. Sarebbe opportuno, a nostro parere, una migliore riscrittura del medesimo comma. Ed ancora, al medesimo comma 2, con le parole “contratto di lavoro subordinato a tempo determinato” si preclude la stabilizzazione al personale in servizio con altre forme di lavoro flessibile quali co.co.co, co.co.pro. ed altre forme di lavoro senza dei quali operatori, oggi sarebbe impossibile assicurare il LEA. In ultimo, mentre l’art. 4 c. 6 ultimo capoverso della legge 125/20013 prevede il requisito “ovvero che alla data del 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato presso “l’ente di appartenenza” , la bozza del DPCM dispone “presso gli Enti”. Sarebbe opportuno, a nostro parere, una migliore precisazione per evitare forme di interpretazione anche giuridica o contenziosi vari.
Emendamento art. 2 comma 2: sostituire la frase “con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato” con “con contratto di lavoro a tempo determinato e varie forme flessibili”.
{C}· {C}comma 3: siamo assolutamente contrari che la stabilizzazione avvenga con assunzioni a tempo indeterminato con contratti “a tempo parziale”. Un sistema, questo, che nella sanità creerebbe enormi difficoltà organizzative, dato che le esigenze, in modo prevalente, del personale del ruolo sanitario è per il tempo pieno, tenuto conto anche della turnistica.
Emendamento art. 2 c. 3: il comma 3 viene così sostituito: “Tenuto conto dell’effettivo bisogno del personale e delle esigenze organizzative, i bandi sono adottati per assunzioni a tempo indeterminato con contratti di lavoro a tempo pieno”.
Art. 3 – Limiti per l’attuazione delle procedure concorsuali –
I commi 1 e 2, a nostro parere, se pur riprendendo quanto riportato all’art. 4 comma 6 della legge 125/2013 e dell’art. 35 comma 3 bis del d.l.vo 165/2001, non permettono una chiara definizione del limite di spesa per la stabilizzazione, tenuto conto, in particolare, della diversità di operare con i bilanci aziendali degli Enti del SSN tra regione e regione proprio per la loro autonomia giusto l’art. 5 della riformata Costituzione. In diverse Regioni cosidette “sane” esiste la programmazione triennale del fabbisogno del personale con finanziamento nei bilanci, in altre viene concesso agli Enti del SSN un budget di spesa nel bilancio preventivo, per ogni esercizio di competenza e quindi non vi sono piani di programmazione triennale di assunzione. Diverso, invece, è l’aspetto nelle Regioni sottoposte a piani di rientro dove i sistemi sono totalmente differenti. Non vi sono piani triennali ma ove fossero esistenti il finanziamento da parte delle regioni avviene dopo la concessione delle deroghe da parte del Ministero della Salute e quindi prive di risorse finanziarie disponibili, così come previsto nella bozza del DPCM.
In definitiva ci troviamo in presenza di differenti sistemi a cui i commi 1 e 2 dell’art. 3 della Bozza del DPCM non pone alcun chiarezza sulla possibilità economica dell’attuazione della stabilizzazione. Ma vi è un denominatore comune per tutti gli Enti del SSN, la spesa per il personale attualmente così definito precario, risulta nei bilanci a consuntivo di ciascun anno, per cui, a nostro parere, i commi 1 e 2 devono essere meglio ridefiniti. Tra l’altro, nel merito è intervenuta anche la legge 189/2012 (Balduzzi) che proprio per le Regioni con piani di rientro le procedure previste per la stabilizzazione, avvengono per il 15% delle cessazioni dell’anno precedente, ed ancora, lo stesso art. 1, comma 2 della legge 244/2007, che non consente alcuna programmazione triennale delle assunzioni per gli Enti che per la spesa del personale superino il 50% delle spese correnti.
Come risulterebbe necessario specificare nel DPCM se la riserva dei posti per i precari debba avvenire contestualmente alla procedura concorsuale riservata all’esterno e se per quest’ultima procedura opera la propedeutica attivazione della mobilità di cui all’art.30 dlgs 165/2001).
Tantissimi aspetti, quindi, che non vengono chiariti e specificati nella bozza del DPCM e che meritano l’assoluta specificazione.
Emendamento art. 3 commi 1 e 2: “Fermo restando che le procedure di reclutamento del personale deve avvenire sulla base della programmazione triennale del fabbisogno del personale ove esistente, le medesime, comunque, sono avviate nel limite massimo complessivo del 50 per cento delle risorse finanziare a consuntivo sostenute per il personale precario in servizio per gli anni 2013, 2014, 2015 e 2016 anche complessivamente considerate”.
Art. 4 – Proroga dei contratti a tempo determinato –
Rimane necessario stralciare dall’emanando DPCM la proroga dei contratti dei precari. Infatti, l’applicazione rigida di quanto riportato all’art. 4, determinerebbe, di fatto, solo la proroga di coloro che “avrebbero i requisiti per la stabilizzazione sino al 2016”. Tale contesto, rapportato a quanto riferito nelle nostre specificazioni ed osservazioni sul precedente art. 3 – diversità di finanziamenti tra regioni – sui 26 mila circa dei precari attuali in sanità, appena il 30%, secondo le nostre stime, potrebbe ottenere la proroga dei contratti al 31 dicembre 2013. Una siffatta situazione determinerebbe concretamente il “collasso” del sistema sanitario che in questo momento il Paese non meriterebbe.
Sarebbe opportuno, quindi lo stralcio, e porre la questione delle proroghe nell’emanando legge di stabilità 2014 e prevedere l’estensione degli effetti dell’art. 4 ter della legge 189/2012 (Balduzzi) per tutti i precari anche per quelli non addetti ai servizi sanitari.
Art. 6 – Personale dedicato alla ricerca e personale medico in servizio presso i pronto soccorso delle Aziende Sanitarie –
comma 4: riteniamo che alla stessa stregua del personale medico dei pronto soccorso, ammesso a partecipare ai concorsi riservati ancorché non in possesso del diploma di specializzazione, vi siano compresi anche quelli in servizio nei 118.
Emendamento art. 6, comma 4: sostituire le parole “nei pronto soccorso” con “emergenza – urgenza e 118”.
INCONTRO SINDACATI E MINISTERO PER STABILIZZAZIONE PRECARI
( articolo del 19/11/2013)
“Per medici e altre professionalità laureate è finalmente possibile offrire una soluzione certa per tentare di uscire dal tunnel del precariato». Con queste parole il sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda, mette in luce l’importanza del confronto di oggi con tutti i sindacati del comparto sanità e della dirigenza tutta sulla proposta di Dpcm per stabilizzare i precari della sanità.
Il dispositivo, che dovrà essere sottoposto al vaglio delle Regioni, è previsto dalla legge 125 del 30 ottobre 2013 – il cosiddetto Decreto precari – e ha l’obiettivo di attuare per gli enti del Ssn le disposizioni sul personale a tempo determinato dettate per le altre pubbliche amministrazioni.
La proposta messa a punto dal ministero della Salute, di concerto con Economia e Pubblica amministrazione, amplia la platea del personale da regolamentare, comprendendo anche medici e le altre aree dirigenziali – veterinario, sanitaria, professionale, tecnico, amministrativa, nonché il personale dedicato alla ricerca.
Secondo quanto previsto dalla Legge 125, gli enti del Ssn possono bandire concorsi per titoli ed esami entro il 31 dicembre 2016. Requisito per poter partecipare aver maturato negli ultimi cinque anni almeno tre anni di servizio a tempo determinato e l’essere stato assunto con procedure selettive.
Il meccanismo indicato è «di norma quello di adottare bandi per assunzioni a tempo indeterminato con contratti di lavoro a tempo parziale, salvo diversa motivazione.
È la prima volta spiega in una nota il sottosegretario, «dal 1985, che si prevede anche per i medici la possibilità di stabilizzazione nel Ssn, invece prevista nelle precedenti leggi per il personale non dirigenziale del comparto sanità, così come per la prima volta si prevede la specificità del personale precario dedito alla ricerca in sanità, registrando un’inversione di tendenza».
L’incontro, continua la nota, costituisce anche «una novità nelle convocazioni: si è voluto riunire in un unico tavolo sia i sindacati della dirigenza, medici compresi, che del restante personale del comparto sanità in quanto il superamento del fenomeno del precariato è un problema da affrontare e risolvere insieme: è augurabile che da straordinaria, questa modalità di convocazione diventi la normalità» ha concluso il sottosegretario Fadda.
Un momento importante e decisivo commenta Pino Carbone Segretario Generale della FIALS presente oggi al confronto al tavolo ministeriale. Certo la stabilizzazione a tempo parziale non ci convince e lo stesso testo risulta insufficiente perché non risolve certamente il problema della carenza del personale nella sanità.
Certo nella discussione ed approfondimento odierno sulla bozza del DPCM si troverà sicuramente un equilibrio tra le esigenze dei rappresentanti degli Operatori ed il Governo e Regioni ma come fine ultimo permane, per la FIALS, compensare le esigenze degli operatori che chiedono stabilità e certezza del loro futuro professionale con quelle degli utenti che richiedono assistenza ed il mantenimento dei LEA.
LE ASSUNZIONI DEL PERSONALE PRECARIO NEL PUBBLICO IMPIEGO CON LA LEGGE 125/2013
articolo del 09/11/2013
Con l’approvazione definitiva ottenuta al Senato dal decreto sul pubblico impiego (D.L. 101/2013), pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale», si ampliano gli strumenti di gestione del personale precario e si aprono nuove possibilità di assunzione.
Ogni amministrazione, però, per l’utilizzo delle nuove regole deve tener conto dei vincoli alle assunzioni e alla spesa di personale, che non vengono derogate dal decreto e anzi sono in via di rafforzamento con il disegno di legge di stabilità ora all’esame di Palazzo Madama. Lo stesso ministro della Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia, ha chiarito che non tutti gli 80mila precari in scadenza (su 122mila che ne conta il pubblico impiego, scuola esclusa) potranno salire sulle scialuppe previste dal decreto appena convertito in legge: «Quelli interessati dalle nuove procedure saranno prorogati – ha precisato il ministro in una nota – mentre per gli altri i contratti scadranno secondo il singolo rapporto contrattuale, perché non ci possono essere ulteriori proroghe».
Lo strumento principe per gli “interessati” è la nuova stagione triennale di concorsi, dal 2014 al 2016, con una riserva al 50% per i precari che abbiano totalizzato almeno tre anni di contratti negli ultimi cinque; per accompagnare la struttura del personale verso la stabilizzazione, il provvedimento permette di prorogare i contratti a termine in corso e la validità delle graduatorie dei concorsi già effettuati.
Nel tentativo di frenare il diffondersi di nuovo precariato, infine, viene rafforzato il principio in base al quale le assunzioni flessibili possono essere effettuate solo per soddisfare «esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale» (con una modifica all’articolo 36, comma 2 del Dlgs 165/2001, che finora parlava di «esigenze temporanee ed eccezionali» e non ha funzionato troppo come argine).
La strategia, evidente, è quella di coordinare due esigenze contrapposte: la volontà di non lasciare per strada i lavoratori che hanno passato anni negli uffici pubblici senza posto fisso, e la tutela di chi ha vinto un concorso pubblico ma non ha mai ottenuto un posto di lavoro, e teme di vedersi passare davanti uno “stabilizzato”.
Nasce da qui la regola del 50%, che in pratica impone di bandire concorsi per un numero di posti doppio rispetto a quello dei precari che si intendono stabilizzare: un principio, però, che in ogni amministrazione deve fare i conti con i vincoli alle assunzioni e alla spesa di personale.
La maggioranza dei 122mila precari (scuola esclusa) oggi impiegati nella pubblica amministrazione si concentra negli enti territoriali: nel caso dei Comuni, la legge di stabilità conferma il tetto al turn over, che permette di dedicare a nuove assunzioni il 40% dei risparmi ottenuti con le cessazioni dell’anno precedente.
Non solo: negli enti (soprattutto del Sud) in cui la spesa di personale di Comune e società controllate supera il 50% delle uscite correnti, qualsiasi assunzione è bloccata, e anche chi si attesta in prossimità del limite non può superarlo in virtù dei nuovi bandi.
Il blocco totale delle assunzioni riguarda anche gli enti che non rispettano il Patto di stabilità.
Per le Regioni la regola chiave resta l’obbligo di riduzione delle spese di personale rispetto all’anno precedente (articolo 1, comma 557 della legge 296/2006), ma vincoli decisamente più stringenti sono previsti nelle amministrazioni impegnate nei piani di rientro dai deficit sanitari. L’insieme di queste regole, come accennato, colpisce soprattutto al Sud.
Assessorato Sanità: Ulteriori rinvi alle assunzioni a tempo indeterminato nuova Direttiva prevede proroghe dei contratti a termine fino a 12 mesi
a schifiu finiu..!!!
comu finiu?
avete pensato a chi sta aspettando da tempo la chiamata di mobilità? noi che fine faremo? nessuno ne parla!
84 io spesso chiamo dei dirigenti dell’assessorato alla sanità e faccio pressione e chiedo risposte in merito alla nostra situazione.e una goccia nel mare ma è un tentativo,visto che i sindacati ad oggi sono stati preoccupati solo per la stabilizzazione degli ausiliari,per i concorsi emobilità di ausiliari asp messina pubblicati i bandi nel 2011 allucinante,figura che al nord e da tantissimi anni che non fanno concorsi,sonop preoccupati dell’esubero del 118.Purtroppo in Sicilia non conta il merito e la professionalità.Le asp avrebbero la possibilità di reperire oss con la mobilità a costo zero e con un pò di professionalità,ma nessuno dei vertici sanitari e dei sindacati interessa questo,però parlano dei LEA.I dirigenti dell’assessorato sono due persone molto propensi all’ascolto e gentili,sono la d.ssa Distefano tel.0917075550,l’altro d.re Virzi tel 09170755594 il numero del centralino assessorato sanità è 0917075500.Cari colleghi chiamate in massa.
in quale sicilia vanno a finere questi soldi? La sicilia non è fatta solo di infermieri esistono pure gli oss, e avete firmato pure il decreto per averlo nelle corsie delle ASP.
Questo ci meritiamo
Perchè la Dott. Borsellino non uffucializza il fatto che ci vorranno 20 anni? lo dice cosi noi ci mettiamo il cuore in pace per 20 anni.
Dottoressa, spero vero che lei legga i commenti in questo sito come faccio io. Sito molto importante per i siciliani in sanità.
la situazione da anni non è buona.
perchè la Fials tutt’oggi non ci da risposte. perchè non si interessa del fatto che gli oreratori socio sanitari sono sempre stati esclusi da ogni forma di assunzione; la sanità ha bisogno di oss e voi fate finta di non guardare fate finta di non sentire.
Le aziende del nord hanno fatto le assunzioni oss non perchè ci volevano perdere anzi; la comunita europea finanzia i corsi e finanzia pure,tramite lo stato le assunzioni……come hanno fatto in campania(in quel caso è la regione che finanzia l’ente per quel tipo di assunzione).
Dove vanno a finire sti soldi?
In un periodo di guerra come questo voi rallentate le assunzioni oss e date la priorità solo agli infermieri. Dottoressa così no
Nel 2009-2010 tanti ausiliari precari senza nessuna formazione sono stati stabilizzati alla faccia della categoria oss già esistente allora da 9 anni.Questi ausiliari,si rifiutano giustamente,a fare attività che non gli competono,quindi non toccano il paziente.Per le pulizie e la sanificazione ci sono le ditte esterne,quindi non possono fare neanche quello.Appena trascorreranno 5 anni dalla loro stabilizzazione,saranno qualificati in oss con spese acarico della regione e quindi dei cittadini.Adesso pure l’esubero dei 600 seus,riqualificati in oss sempre a spese del cittadino.Ora pure la nuova legge per stabilizzare i precari,e chi come tanti oss che hanno intrapreso un percorso formativo con corsi al nord Italia di 1000 ore con obbligo di presenza e poi dopo aver superato i concorsi,lavorando nelle aziende di alta eccellenza dopo tanti anni di servizio,osservano lo scempio le assurdità,le contraddizzioni,l’inefficienzeche attanagliano la sanità siciliana il mancato riconoscimento della figura oss, due pesi e due misure da parte di tutte le sigle sindacali che operano in Sicilia,vergogna.Cari oss sparsi in tutta Italia,mettiamoci il cuore in pace,torneremo in Sicilia forse fra 20 anni.
i sindacati guardano solo gli interessi di pochi !! speriamo che la gente si svegli una buona volta
sindacati sono enti inutili
aime’
SI, infatti, aspettiamo che venga bloccata quel tipo di mobilità. Se voi come sindacato state organizzando fatemi sapere.
Le persone che si sentono discriminate hanno perso ogni speranza, non credono più a niente, ecco perché la categoria oss rimane inerte a tale discriminazione.
Tutti facciamo finta di non vedere ma vediamo abbastanza, e abbiamo già visto abbastanza, e ci rendiamo conto che solo un sindacato può fare qualcosa per cambiare queste menti e questi presagi che di positivo non hanno nulla.
Anche io provo vergogna solo a vedere il metodo che stanno utilizzando per inserire questa figura nelle ASP siciliane e non.
Gentilissima Fials perche tutta questa lentezza nel redigere le graduatorie dei precedenti bandi e avvisi per incarichi, concorsi e mobilità???
Cosa dobbiamo aspettare???
Avete in mente qualcosa?
Cosa dobbiamo comportarci , cosa fare?tenetemi al corrente. GRAZIE. Ottimo sito
Ai colleghi OSS che come me aspettano le assunzioni, postate e fatevi sentire
Cara collega è sempre stato facile addossare il 100% della responsabilità ad altri, anche se in percentuale lo sono, per le irregolarità delle aziende.
Ma cosa fanno le persone che si sentono discriminate? Perché non hanno impugnato al TAR il bando di mobilità con colloquio visto che quest’ultima prova non è prevista dal C.C.N.L.?
Si può chiedere alla FIALS o a chi gestisce questo sito se prova vergogna nel sapere che domani ci saranno i colloqui della prova orale per la mobilità interregionale di OPERATORE SOCIO SANITARIO al Cardarelli di Napoli? VERGOGNATEVI ENTRAMBI COMUNQUE
E vi dirò di più: i sindacati della Campania erano e sono contro a questo tipo di mobilità per OPERATORE SOCIO SANITARIO.
Grazie Fials se siamo ancora aspettiamo
Sono sicuro che io il natale lo passero meravigliosamente bene
se ancora aspettiamo
Si può chiedere alla FIALS o a chi gestisce questo sito se prova vergogna nel sapere che domani ci saranno i colloqui della prova orale per la mobilità interregionale di OPERATORE SOCIO SANITARIO al Cardarelli di Napoli? VERGOGNATEVI ENTRAMBI COMUNQUE
E vi dirò di più: i sindacati della Campania erano e sono contro a questo tipo di mobilità per OPERATORE SOCIO SANITARIO.
Grazie Fials se siamo ancora aspettiamo