FIALS Nazionale: Petizione per abbattere i costi e privilegi della classe politica
FIALS PETIZIONE PER ABBATTERE I COSTI E I PRIVILEGI DELLA CLASSE POLITICA. FINALIZZARE I RISPARMI ALLA POLITICA SOCIALE E SANITARIA, DEL LAVORO E DELL’OCCUPAZIONE E DEI RINNOVI CONTRATTUALI PER I PUBBLICI DIPENDENTI.
Nel Consiglio Nazionale della FIALS (Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità), a Riccione, conclusosi oggi dopo due giorni di intenso dibattito, sono state approfondite le problematiche che investono il nostro Paese collegate al mondo del lavoro e ai bisogni dei cittadini.
Il Segretario Generale FIALS, Giuseppe Carbone, nell’ampia relazione, ha ricordato come i lavoratori, oggi, sentono forti pressioni per rinegoziare i loro diritti nel lavoro, i dipendenti pubblici, invece, mortificati perché sottratti del rinnovo contrattuale fino al 2013, mentre i nuovi poveri, non solo i pensionati, ma ancor di più i ragazzi precari, vedono, che a metà della loro vita viene ancor di più negato il diritto al lavoro, alla tutela pensionistica, ad avere una famiglia propria, dei figli e una casa.
Assistiamo, ha continuato Carbone, ad una assenza totale di questo Parlamento sulle azioni di politica economica che rilancino il nostro Paese, che diano risposte lungamente attese dai cittadini sui servizi e welfare, sulla politica fiscale e dei redditi, sulla politica dei rinnovi contrattuali. Gli italiani, ormai, sono sfiduciati verso la politica e i suoi esponenti, allibiti per le cifre esorbitanti da loro percepiti e per i numerosi privilegi e sempre più convinti che i rappresentanti siano totalmente disinteressati verso le problematiche del Paese.Al malumore dei cittadini, si è unito, recentemente, il Presidente della Confindustria, Marcegaglia, che ha bacchettato i parlamentari per i costi della politica.
L’Italia occupa per gli stipendi alla “casta parlamentare” il primo posto in Europa, a fronte dei 14 mila euro che percepiscono mensilmente i nostri parlamentari, l’Austria e la Francia ne spendono 7 mila mentre la Spagna appena 3 mila. Il costo della rappresentanza politica italiana è pari a quella di Francia, Regno unito, Germania e Spagna messo assieme.
L’anomalia italiana dei “costi della politica” vede, anche, un ceto politico numeroso, vitalizi (pensioni) dei parlamentari e dei consiglieri regionali privi di un legame tra contributi versati e assegno vitalizio.
Gridano vendetta i 1.200 euro medi degli stipendi dei lavoratori pubblici e privati con 36, 38 o 40 ore settimanali, rispetto ai 14 mila dei deputati, per un’attività media in aula 16 ore alla settimana e i senatori, per 9 ore settimanali, come le 400 euro mensili di pensione sociale o i 1.200 dei lavoratori dopo 40 anni di servizio attivo, rispetto alle pensioni dei parlamentari che vanno da 3 a 10 mila euro al mese con soli 5 anni di mandato già a 50 anni e cumulabili con altri redditi, oltre a trattamenti di fine del proprio mandato pari ad € 9.500 per ogni anno rimasto in carica, 10 volte di più rispetto ad altri lavoratori.
In aggiunta, i parlamentari, hanno rimborsi per spese telefoniche e di viaggio, gratuità sui treni, sugli aerei, in autostrada e sui traghetti, nei cinema, teatri, stadi, mensa, ecc., “auto blu”.
E’ intollerabile, ha tuonato il Segretario Generale Carbone, che i parlamentari italiani possano legiferare in tema dei loro stessi stipendi con aumenti in percentuale più o meno doppia dell’inflazione programmata ed anche dei trattamenti previdenziali.
E’ come se ognuno di noi decidesse da solo il proprio salario senza concordarlo con nessuna altra parte in causa.
La FIALS ritiene che il rigore e la trasparenza nel controllo sull’uso delle risorse pubbliche siano fondamentali, sia per il parlamento che per la regione, province, comuni, come per tutti gli altri enti.
I costi della politica, oggi, pesano sulle tasche dei cittadini per oltre 4 miliardi annui, ma lo spreco di risorse pubbliche che corruzione e malgoverno infliggono ogni anno al Paese viaggia verso gli 80 miliardi annui senza contare la mancata lotta all’evasione fiscale che priva il bilancio dello stato di circa 200 miliardi annui.
I costi della politica debbano essere abbattuti con leggi dello stesso Parlamento, non si tratta di demagogia ha dichiarato Carbone; i partiti devono essere congruenti con le proposte programmatiche presentate nelle elezioni politiche del 2008 dove era stata già prevista la riduzione del numero e delle indennità dei parlamentari, consiglieri e presidenti di regione, provincia e comuni e l’abolizione delle province.
Per fermare e frenare tutto questo fiume di spreco di danaro pubblico, la FIALS, al termine dei lavori del Consiglio Nazionale, ha dato vita ad una petizione, su base nazionale, proprio per il contenimento dei costi della politica e investimento dei risparmi sia sui servizi ai cittadini, sul welfare, che sui rinnovi contrattuali.
Auspichiamo, ha concluso Carbone, con la petizione, che dalla politica venga un segnale nella direzione dell’etica e della sobrietà. Le firme che saranno apposte alla petizione potranno servire ad accelerare tale processo.
La petizione della FIALS riguarda la riduzione del 50% del numero dei parlamentari e delle loro indennità; delle “auto blu”; del rimborso elettorale ai partiti che andrà previsto sul numero degli effettivi votanti e non sugli aventi diritto al voto e la cessazione dei rimborsi a quelli non più rappresentativi in Parlamento; l’eliminazione totale di tutti i rimborsi e privilegi; l’adeguamento della loro liquidazione, del sistema pensionistico, del tichets mensa e della sanità complementare a quelli dei lavoratori pubblici e privati; l’abolizione dell’erogazione ai partiti, in caso di elezioni anticipate, di un doppio rimborso elettorale, dei contributi pubblici a tutta l’editoria di partito e delle Province; il ritorno del controllo delle spese miliardarie di Palazzo Chigi sul Ministero del Bilancio; l’ adozione di direttive alle Regioni, alle Province e Comuni e vari Enti Pubblici per la riduzione del numero dei consiglieri e dei vari trattamenti economici; l’intervento nei settori della Pubblica Amministrazione per l’azzeramento delle consulenze e delle esternalizzazione, per l’introduzione della responsabilità patrimoniale e personale per gli amministratori di enti, consorzi, aziende e società pubbliche e per l’imposizione di un limite massimo agli stipendi e alle liquidazioni dei manager pubblici.
Il recupero dei risparmi di spesa ottenuti, che nell’immediato triennio, a parere della FIALS, potrebbe aggirarsi oltre i 30 miliardi di euro, deve essere finalizzato a contribuire a migliorare i servizi sociali e sanitari ai cittadini, ad una politica del welfare attraverso la totale deducibilità fiscale degli affitti, mutui per l’acquisto della prima casa, bollette acqua, luce, gas, telefono, libri e oneri scolastici, trasporti pubblici; il taglio delle aliquote IRPEF e l’aumento delle stesse detrazioni per i lavoratori dipendenti e pensionati; il recupero del fiscal drag sulla busta paga; l’aumento delle detrazioni IRPEF per i lavoratori e pensionati, il rinnovo dei contratti per il triennio 2010-2012 per i pubblici dipendenti.