Blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici nel 2013-2014
ANCORA UN COLPO DI MANO DEL GOVERNO MONTI APPENA SCONFITTO DALLE URNE ELETTORALI. PRESA DI POSIZIONE DELLA FIALS
Appena chiusa la campagna elettorale e le urne che vede in una complessità unica la formazione di un nuovo governo e parlamento, l’attuale Governo Monti è intenzionato ad emanare un decreto che confermerà il blocco di contrattazione, stipendi individuali e indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici nel 2013-2014.
Il congelamento delle buste paga per i 3,3 milioni di dipendenti del pubblico impiego era spuntato nella manovra estiva 2010, che aveva sospeso rinnovi e trattamenti economici per il 2010-2012. La possibilità di proroga era stata avanzata dall’articolo 16 della prima manovra estiva 2011 (Dl 98/2011), e si era nei fatti trasformata di un dato ovvio con l’evoluzione non troppo rassicurante della nostra finanza pubblica, che non lasciava spazi a una ripresa della spesa per stipendi. La proroga, però, nella manovra estiva del 2011 era configurata come uno strumento solo potenziale nelle mani dell’amministrazione finanziaria, che avrebbe dovuto tradurla in pratica con un decreto dell’Economia.
Sul decreto si era lavorato per tempo, ma l’avvicinarsi dell’appuntamento con le urne ha consigliato di rimandarne l’emanazione, lasciando campo libero almeno in teoria al rinnovo dei contratti nazionali.
In questi giorni vi è una accelerazione per l’approvazione del decreto sul blocco dei rinnovi contrattuali prima cioè che scatti (entro marzo) l’obbligo giuridico di pagare l’indennità di vacanza ai dipendenti pubblici con i contratti scaduti da anni.
Una proroga del blocco degli stipendi nel pubblico impiego anche per il 2013-2014 sarebbe l’ultimo atto del dimissionario governo Monti.
Stante ad una bozza del decreto in via di emanazione si legge: ”non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali ricadenti negli anni 2013-2014 del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche”
In deroga alle previsioni, un analogo blocco riguarderebbe la corresponsione dell’indennità di vacanza contrattuale, «che continua a essere corrisposta nelle misure di cui all’articolo 9, comma 17, secondo periodo, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78/2010.
Immediata la risposta della FIALS con il proprio Segretario Generale Pino Carbone che in un comunicato ha subito espresso contrarietà al provvedimento definendolo un atto di forza e di inutile arroganza di un Governo scaduto.
Dalle parti di via XX Settembre, dove il decreto è stato lavorato in tandem con i tecnici del ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, spiegano che si tratta di un atto dovuto e che non ci sarebbero le condizioni, per la situazione del bilancio dello stato, far fronte a un aumento di stipendio in sede di rinnovo contrattuale per i 3 milioni di dipendenti pubblici.
Carbone ha replicato come sia insostenibile e assurdo un ulteriore blocco dei contratti e degli stipendi ai dipendenti pubblici fermi già da oltre tre anni e che non é la spesa per il personale che mette in crisi la nostra economia ma gli sprechi e la cattiva organizzazione.
IlMinistero del Tesoro ha comunque diffuso una nota in cui specifica che nulla è deciso: “In merito alle misure di blocco delle progressioni e degli scatti degli stipendi della pubblica amministrazione nulla e’ stato ancora deciso”.
Certo non staremo ad essere solo spettatori di questa farsa a danno dei dipendenti pubblici ha poi proseguito Carbone,“siamo disponibili a scendere in piazza se saremo sfidati da un Governo privo di poteri democratici”.