Asp 5 Messina: La posizione della Fials sul nuovo Atto aziendale
L’organizzazione sindacale F.I.A.L.S., dopo attenta disamina della bozza dell’atto aziendale ritiene opportuno formulare alcune osservazioni.
L’opinione di Domenico La Rocca, segretario provinciale (nella foto):
“premesso che le linee ispiratrici dell’atto aziendale sono condivisibili, anche perchè rispondono alle direttive assessoriali ai decreti ed alle leggi che orientano le azioni in direzione di un piano ampio di contenimento e razionalizzazione.
A parere di questa organizzazione sindacale gli obiettivi generali seppur condivisibili manifestano le grosse contraddizioni che potrebbero rendere inefficace la realizzazione degli obiettivi specifici che sono quelli che i cittadini devono usufruire per soddisfare i legittimi bisogni di salute.
Ebbene, se da un lato questo il piano operativo contenuto tende ad ispirarsi a standard di riferimento ottimale dall’altro è carente di quei presupposti che dovrebbero farlo concretizzare nelle sue enunciazioni.
L’atto aziendale è carente del modello organizzativo che dovrebbe fare da guida al raggiungimento degli obiettivi enunciati, manca inoltre la pianta organica e cosa più essenziale non esiste la quantizzazione delle risorse disponibili per raggiungere risultati adeguati di cambiamento.
Con le presenti osservazioni non si vuole fare accademia manageriale, ma la S.V. ben sa, che non essendoci integrazione di risorse aggiuntive il piano di miglioramento può essere realizzato solo attivando un forte cambiamento e valorizzando risorse e potenziali sin ad ora inespressi.
Sig. Direttore Generale era forse più utile fare un’analisi approfondita dei bisogni sanitari della popolazione ricadente su territorio dell’ A.S.P., ed integrarla con una rivisitazione sistemica delle risorse e delle strutture disponibili nonché dei modelli organizzativi innovativi, evitando così di annunciare un positivo cambiamento e nel contempo riproporre il modello che ha prodotto lo sfascio della sanità.
L’atto presentato a parere di questa organizzazione sindacale risulta inoltre carente degli indicatori degli standard di risultato e delle articolazioni organizzative necessari a rifondare e riprogettare la sanità che Ella ha enunciato nei principi e negli obbiettivi generali dell’atto presentato.
Sig. Direttore Generale ci permetta di dire che qualsiasi cambiamento necessita risorse, pertanto tali risorse o vengono integrate dalla Regione oppure bisogna tagliare, rimodellare e reinvestire nei punti strategici in cui si vuole realizzare il cambiamento.
Noi in questo atto non vediamo né razionalizzazione, né tagli, viceversa un ampliamento e mantenimento delle strutture complesse amministrative, di quelle sanitarie a livello di Direzione di Distretto e di Presidio Ospedaliero con l’aggiunta dei coordinatori di questi distretti ospedalieri.
Vorremmo sperare che le prossime proposte di breve scadenza ( seppur nella limitazione imposta dalla legge regionale n° 5/2009 e dal D.A. 01150/09 di riordino della rete ospedaliera ) contenessero quel minimo di innovazione per far decollare tutta l’attività ospedaliera e territoriale con un’equa ed ottimale distribuzione ed utilizzazione delle risorse, ma questo minimo obiettivo sarà difficile da realizzare perchè l’impianto generale non ha smantellato la cristallizzazione degli interessi né ha dato la possibilità di far emergere pienamente le figure professionali che devono realizzare la continuità assistenziale a livello ospedaliero, a livello territoriale e a livello domiciliare, queste figure professionali fino ad oggi sono state carenti, svilite, sottoutilizzate ed attendono un cambiamento che purtroppo non si intravede, poiché anche questo piano aziendale tende a far salve le posizioni preesistenti: vedasi figure di dirigenti in esubero e poco utilizzati nei distretti
Sarebbe opportuno prevedere a livello Aziendale una U.O.S. delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche con le varie articolazioni: un Dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche per ogni distretto ospedaliero ( Me 1 e 2 ) , uno per area territoriale, uno per il Dipartimento Salute Mentale ed un dirigente per ogni professione sanitaria ( riabilitazione, tecnico-sanitarie, tecniche di prevenzione, vigilanza ed ispezione servizio, sociale professionale, da attivare in presenza di almeno 50 unità di personale dei profili professionali relative all’area specifica di appartenenza ).
In ordine ad una più equa distribuzione dei servizi ospedalieri notiamo una marcata disarticolazione dei presidi di Barcellona, Lipari e Mistretta, Noi non Le chiediamo di potenziare l’esistente di questi presidi ma quantomeno di mantenerli in una logica di risparmio, di integrazione multi-professionale e con una progettualità che faccia emergere la complessità assistenziale e la capacità di dare risposte concrete agli utenti in termini di quantità e qualità, anzichè la delimitazione degli interessi specifici.
L’atto Aziendale non tiene conto delle giuste aspettative sanitarie alla popolazione dell’area tirrenica nella quale sono state totalmente disattesi i bisogni derivanti dalla patologie renali con la declassificazione della struttura complessa a struttura semplice del reparto di Urologia.
Sig.Direttore Generale pur nella nostra incertezza auspichiamo che i suoi prossimi interventi possano dare risposta a quanto da noi evidenziato ed a quanto i cittadini si aspettano da un servizio sanitario che preannuncia di essere ai livelli delle migliori regioni.
Auspichiamo che con le poche risorse disponibili si possa intraprendere il cammino per un necessario e reale cambiamento, senza far ricadere ulteriormente sui cittadini le scelte inappropriate, gli sprechi e la disorganizzazione dei servizi.