Mobbing: cos’è e come difendersi

Negli ultimi anni si è parlato spesso del Mobbing e dei suoi devastanti effetti sulla salute della persona.

E’ di qualche settimana fa la notizia dell’operaio belga che dopo dieci anni di continue vessazioni ed umiliazioni subite sul luogo di lavoro da un numeroso gruppo di colleghi, e dopo aver tentato il gesto estremo del suicidio, ha trovato il coraggio di denunciare grazie al sostegno della sua famiglia.

L’episodio ha destato nuovamente attenzione su questo triste e complesso fenomeno suscitando clamore tra l’opinione pubblica.

Daniel, questo il nome dell’operaio, aveva già segnalato in passato la sua situazione ai vertici dell’azienda presso cui lavorava senza alcun risultato. In uno degli ultimi episodi alcuni colleghi hanno ripreso con una videocamera quanto stava accadendo e le immagini hanno poi rappresentato la prova delle umiliazioni subite.

L’etimologia del termine…

Il termine “Mobbing” deriva da un’espressione latina “mobile vulgus” che significa “il movimento della gentaglia”. Nella lingua inglese il termine “mob” indica “folla, moltitudine disordinata, violenta..”.

E’ stato l’etologo Konrad Lorenz a coniare il termine negli anni ’70 indicando con esso uno specifico comportamento animale di tipo aggressivo che si verificava tra individui della stessa specie volto ad allontanare un membro del gruppo dal proprio territorio. Il termine fu poi ripreso dallo psicologo del lavoro Leymann negli anni ’80 che lo usò per definire un nuovo disturbo che aveva osservato in alcuni lavoratori svedesi vittime di traumi psicologici sul luogo di lavoro.

Da allora con il termine “Mobbing” s’intendono tutti quei comportamenti violenti che si verificano sul posto di lavoro e che si manifestano tramite azioni, parole, gesti, scritti vessatori, intenzionali, persecutori e lesivi della dignità della persona sia dal punto di vista umano che professionale fino a metterne in pericolo l’impiego e a minarne l’integrità psicofisica.

Solitamente vengono individuate alcune tipologie di questo fenomeno. Si parla infatti di:

  • Mobbing dall’alto: quando a perpetrarlo è una persona che si trova in una posizione superiore rispetto alla vittima (un capo, un dirigente, ecc.)
  • Mobbing dal basso: quando chi lo mette in atto è in una posizione inferiore rispetto a quello della vittima. Si verifica quando l’autorità di un capo è messa in discussione da uno o più sottoposti. Questa tipologia di mobbing è più rara.
  • Mobbing tra pari: si verifica quando il mobber (colui che fa mobbing) e la vittima sono allo stesso livello. Ad esempio tra colleghi che hanno uguali mansioni.
  • Mobbing strategico: è una tipologia di mobbing che è utilizzata in modo strategico dalle imprese allo scopo di allontanare soggetti che per varie ragioni sono diventati “scomodi”. Si verifica soprattutto quando all’interno delle aziende si verificano cambiamenti o ristrutturazioni che hanno determinato un esubero di personale difficile da licenziare. In questi casi il mobbing si trasforma in una vera e propria strategia aziendale. Lo scopo è quello di isolare la vittima, ostacolare la sua carriera e togliergli il potere.

Si parla anche di Doppio Mobbing quando la vittima a causa del carico emotivo che è costretta a subire sul luogo di lavoro perde anche il sostegno dei cari. La famiglia infatti può improvvisamente cambiare atteggiamento nei confronti del parente esposto al mobbing non sostenendolo più e iniziando invece a proteggere sé stessa dalla forza distruttiva di questo fenomeno. La persona dunque, perso il sostegno dei familiari, rimane da sola e ciò può rappresentare un momento di maggiore pericolo per la sua salute.

Gli effetti del mobbing sulla persona sono devastanti sia per quanto riguarda la sfera relazionale che quella economica. Dal punto di vista relazionale infatti è stato rilevato che alla lunga le famiglie non riescono più a sostenere i loro cari vittime di questo fenomeno che spesso provoca separazioni o divorzi. Per quanto riguarda il piano economico si pensi agli effetti che la perdita del lavoro può determinare; l’attività discriminatoria del mobbing infatti è volta ad emarginare e/o ad estromettere (licenziamento o dimissioni forzate) il lavoratore dal proprio ambiente di lavoro. Sul piano personale poi gli effetti del mobbing sulla vittima sono altrettanto deleteri. Oltre al senso di isolamento e alle conseguenze sul piano morale e psicologico delle vessazioni che è costretta a subire nel tempo, la persona può anche lamentare sintomi di tipo fisico di varia natura legati ad uno stato ansioso o veri e propri disturbi d’ansia e/o disturbi dell’umore che vanno a metterne seriamente a rischio lo stato di salute.

Dai dati si rileva che in Italia circa il 6% della popolazione attiva sia vittima di mobbing; a differenza di altri paesi europei, nel nostro manca ancora una normativa specifica che identifichi il mobbing come fenomeno a sé. Anche se molti comportamenti che caratterizzano il mobbing trovano una precisa connotazione nel nostro codice penale.

Spesso il lavoratore vittima di mobbing a causa delle pressioni psicologiche a cui è sottoposto rischia di commettere azioni che possono ancor di più compromettere il suo benessere psicofisico.

Il Movimento Difesa del Cittadino (MdC), un’associazione di consumatori che ha aperto anche uno sportello antimobbing ha messo a punto un decalogo che contiene degli utili suggerimenti per affrontare nel modo più adeguato situazioni di mobbing sul luogo di lavoro.

Anche sulla pagina del MIMAMobbing, (http://www.mimamobbing.org/) un’associazione per vittime di mobbing gestita da persone che hanno subito a loro volta mobbing è possibile trovare orientamento e suggerimenti pratici per trovare aiuto e sostegno.

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