Assessore Sanità Sicilia: Si alle mobilità extraregionali

PALERMO «Dico sì alla mobilità extraregionale. In questi ultimi mesi ho già dato ampie rassicurazioni in tal senso e, adesso che le procedure sono quasi arrivate al traguardo, sono convinto che sarà possibile accontentare le richieste di mobilità che stanno arrivando dai tanti siciliani costretti a emigrare nel corso degli ultimi anni per trovare un posto di lavoro». Lo dice l’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, rispondendo alle richieste avanzate da alcuni operatori della sanità che lavorano in strutture ospedaliere fuori dalla Sicilia. «Nel giro di pochi giorni – continua – saranno esitate le nuove piante organiche delle aziende sanitarie e avremo il quadro esatto del reale fabbisogno della Sicilia. Saranno attivate le procedure necessarie per la copertura dei vuoti in organico – precisa Russo – si farà ricorso alla mobilità nella stessa azienda e fra le aziende del sistema sanitario regionale, poi sarà dato spazio alla mobilità infraregionale e successivamente si farà ricorso alle selezioni con l’indizione di pubblici concorsi».
Un paio di mesi fa l’assessore Russo aveva anticipato la possibilità di nuove assunzioni dopo il blocco del turn over previsto dal Piano di rientro. Russo ha anche annunciato che dopo il completamento delle dotazioni organiche partiranno i corsi di formazione per operatori socio sanitari (Oss) per i quali saranno necessari due requisiti: il compimento dei 17 anni di età e la licenza di scuola media. Gazzetta del Sud del 12/11/2010.
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13 pensieri riguardo “Assessore Sanità Sicilia: Si alle mobilità extraregionali

  • 24/11/2010 in 02:20
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    XVI LEGISLATURA
    CAMERA DEI DEPUTATI
    N. 1270

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    PROPOSTA DI LEGGE

    d’iniziativa del deputato MUSSOLINI

    Disposizioni per agevolare la mobilità volontaria
    dei lavoratori dipendenti pubblici e privati

    Presentata il 10 giugno 2008

    Onorevoli Colleghi! – Il termine «mobilità» è usato per definire più istituti, ma in questo contesto la definizione è da intendersi come lo «spostamento del luogo fisico/geografico di lavoro del lavoratore su sua domanda per sue esigenze personali o di famiglia o necessità di maggiore crescita professionale o perché è stanco di fare ciò che fa e ha desiderio di mettersi in discussione facendo qualcosa di nuovo o diverso».
    L’Italia sopporta un notevole costo economico e sociale per la diffusa situazione di pendolarismo dei lavoratori pubblici e privati dalla località di residenza familiare al luogo di lavoro e viceversa. Questi costi ricadono sui lavoratori, sui datori di lavoro ma anche sull’intera collettività in numerose forme e con svariate modalità. Quale che sia la motivazione del lavoratore, l’attuazione della mobilità volontaria determina per contro numerosissimi vantaggi per il lavoratore istante, per il datore di lavoro e per la collettività tutta sotto molteplici punti di vista.
    Un lavoratore che riesce ad ottenere un riavvicinamento alla propria sede di residenza tramite l’istituto della mobilità volontaria ha, prima di tutto, un notevole risparmio economico nelle spese di spostamento, che avvenga con mezzi pubblici o privati. In questo periodo storico di contenimento degli incrementi salariali, il massimizzare la mobilità volontaria diventa, di fatto, una forma di aiuto indiretto al reddito dei lavoratori.
    Una minore quantità di pendolari in movimento, o in movimento per tratte più brevi, comporta una riduzione del traffico veicolare privato, con conseguente minore tasso di incidentalità e di costi sociali e sanitari e anche minore inquinamento atmosferico; si determina inoltre una riduzione dell’affollamento dei mezzi di trasporto pubblico di massa.
    La possibilità di lavorare più in prossimità della residenza familiare permette una maggiore serenità del lavoratore e un suo aumento di produttività in seguito alla minore stanchezza e al minore stress che normalmente si accumulano in situazioni di pendolarismo, quale che sia il mezzo usato.
    Tale vicinanza gli permette di essere più «presente» in termini orari alla famiglia e ai figli, consentendogli di svolgere meglio le proprie funzioni coniugali e genitoriali, per non parlare della maggiore assistenza verso familiari inabili o anziani. Questa maggiore presenza dovrebbe in parte impedire i fenomeni del disagio giovanile, che derivano anche dall’assenza per lavoro delle figure genitoriali nella vita quotidiana dei giovani.
    Una più diffusa mobilità consente un maggior interscambio di conoscenze e di esperienze con indubbio vantaggio per l’efficienza delle amministrazioni e delle imprese; queste beneficerebbero anche della sicura riduzione del tasso di assenza che deriva spesso anche da problemi di trasporto (scioperi dei mezzi pubblici, interruzioni stradali, e via dicendo).
    La presente proposta di legge presuppone che gli organici teorici delle amministrazioni e delle imprese siano correttamente dimensionati e, quindi, che ogni singolo posto vacante sia degno di essere ricoperto al pari di tutti gli altri. L’ingresso nel corpo legislativo statale delle norme proposte indurrebbe le amministrazioni pubbliche più superficiali a dimensionare e distribuire correttamente il proprio organico in base alle effettive esigenze e in base ai reali carichi di lavoro; concorrerebbe inoltre a ridimensionare il fenomeno dei comandi, che oggi per molti lavoratori è l’unico modo, tanto discrezionale quanto clientelare, per superare l’impossibilità alla mobilità.
    La mobilità all’interno delle imprese, tra imprese dello stesso gruppo, all’interno delle amministrazioni e tra amministrazioni diverse è oggi ammessa, ma è fortemente condizionata da scarso interesse dei datori di lavoro nelle imprese private, dall’arbitrio e dalla mancanza di trasparenza delle amministrazioni pubbliche nel caso di mobilità interna (si salva solo il comparto istruzione, nel quale la mobilità è regolamentata efficacemente da anni) e dalla possibilità di veto delle amministrazioni cedenti, veto spesso applicato nei casi di mobilità tra amministrazioni diverse senza interscambio.
    In ogni caso si assiste a un turbinio di concorsi, nonostante i limiti di spesa imposti dalle leggi finanziarie, senza che sia esperita una preventiva, seria e globale mobilità, che potrebbe evitare le spese di espletamento di molti di tali concorsi, potendosi ben attingere anche dalle graduatorie degli idonei, ma si preferisce spesso non acconsentire alla mobilità e nel contempo lasciar scadere le graduatorie e fare nuovi concorsi piuttosto che assumere idonei.
    La presente proposta di legge non comporta maggiori oneri per le amministrazioni pubbliche e il bilancio dello Stato e per le imprese, anzi nel breve periodo dovrebbe portare anche a un risparmio nelle spese correnti di selezione del personale. Gli unici maggiori costi riguardano il comparto sanità e sono costituiti dalla previsione dell’obbligo della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’avviso di assunzione per mobilità del personale dirigente medico di primo livello del comparto sanità prima dell’espletamento dei concorsi ordinari; tali maggiori oneri sono però compensati dalle minori spese derivanti dalla pubblicazione solo per estratto degli avvisi di selezione pubblica per il conferimento di incarichi quinquennali di dirigente medico responsabile di struttura complessa (primari), pubblicazione che oggi avviene in forma integrale (con acquisti di spazi anche fino a dieci volte superiori a quanto necessario per una pubblicazione per estratto; acquisti che si ripetono ogni cinque anni, alla scadenza del contratto).

    PROPOSTA DI LEGGE

    Art. 1.
    1. La mobilità volontaria è un diritto del lavoratore.
    2. Le imprese private, i gruppi di imprese private e le amministrazioni pubbliche, comprese le Forze armate e i Corpi di polizia, organizzate su più unità produttive situate nella stessa località o in località diverse, devono portare a conoscenza dei loro dipendenti il numero, la qualità e il profilo professionale dei posti di lavoro scoperti o di nuova istituzione ovunque situati e consentire agli stessi la mobilità volontaria su tali posti vacanti, prima di procedere a nuove assunzioni. La presente disposizione si applica anche per il personale dirigente medico di primo livello del comparto sanità.
    3. La mobilità volontaria di cui al comma 2 deve avere periodicità almeno annuale. I criteri, le modalità e i tempi di attuazione sono stabiliti dalla contrattazione o dalle intese con le rappresentanze dei lavoratori. L’eventuale ritardo nell’espletamento delle procedure di contrattazione o di intesa non può essere motivo di rinvio della mobilità volontaria, che deve essere comunque attuata dal datore di lavoro con criteri trasparenti ed equi entro il 31 dicembre di ogni anno anche in assenza di accordo contrattuale.
    4. Nel settore del pubblico impiego è possibile bandire pubblici concorsi o selezioni, e procedere alle successive assunzioni, per qualsiasi posto vacante in pianta organica, solo se per lo stesso posto, dichiarato vacante o scoperto, non sia pervenuta alcuna richiesta di mobilità volontaria di personale già dipendente della stessa pubblica amministrazione per almeno due procedure annuali e non sia pervenuta nello stesso biennio alcuna richiesta di mobilità di personale dipendente da altra pubblica amministrazione ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. Per consentire entrambe le tipologie di mobilità, le amministrazioni pubbliche sono tenute a rendere costantemente noti e aggiornati il numero, la qualità e il profilo professionale dei posti di lavoro scoperti o di nuova istituzione e la loro localizzazione geografica tramite pubblicazione sui propri siti internet istituzionali; gli stessi dati in forma sintetica sono divulgati anche dal sito internet del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Le procedure di assunzione per mobilità del personale dirigente medico di primo livello del comparto sanità sono pubblicate per estratto anche nella Gazzetta Ufficiale – 4a serie speciale. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale – 4a serie speciale degli avvisi di selezione pubblica per il conferimento di incarichi quinquennali di dirigente medico responsabile di struttura complessa avviene esclusivamente per estratto.
    5. Nel settore del pubblico impiego il ritardo nell’espletamento di eventuali procedure interne di riqualificazione o di passaggio di area non può costituire motivo di ritardo della mobilità volontaria di cui alla presente legge, che deve essere comunque attuata per almeno la metà dei posti disponibili individuati, a domande pervenute, nell’ordine, a livello di città o comune, provincia, distretto, regione.
    6. Sono fatte salve le forme di mobilità già esistenti eventualmente più favorevoli al lavoratore. Il trasferimento da una sede all’altra della stessa amministrazione o azienda o da un’azienda all’altra di uno stesso gruppo di imprese o da un’amministrazione all’altra avviene in costanza di rapporto di lavoro con conservazione dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti, del profilo professionale e del trattamento economico in godimento, salvo migliore retribuzione.
    7. Dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

    BISOGNA SCRIVERE ALLA MUSSOLINI, VIVA LA MUSSOLINI LEI CI POTRA’ AIUTARE!? CMQ QUESTA LEGGE C’E’.!

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    Frontespizio Relazione Progetto di Legge

  • 24/11/2010 in 01:51
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    mi scuso il 50% e’ riservato e l’altro 50% aperto a tutti!quindi dovevano attuare prima la la mobilita’ e poi fare un concorso aperto a tutti con il 50 e 50.! in italia possono fare miliardi di leggi ma non li rispetta nessuno!in calabria era uscito un concorso per caposala solo riservato agli interni l’anno attuato dopo la legge brunetta, a concorso espletato e con i posti assegn.ti, qualcuno ha fatto ricorso mettendo gli avvocati, sentenza del giudice tutto da rifare perche’ il concorso doveva essere aperto a tutti. legge brunetta.

  • 24/11/2010 in 01:23
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    certo che l’hanno disatteso! e se il bando e’ uscito durante l’anno 2009 dopo la legge brunetta era tutto da rifare perche’ non possono fare il concorso solo riservato alla stabiliz.. doveva essere aperto a tutti e solo il 25% con riserve ai precari della stessa azienda. sai la colpa a chi la do’? ai sindacati che se ne fregano.!!!!!! devono essere loro che devono fare rispettare le leggi…….?

  • 22/11/2010 in 21:36
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    …io mi chiedo e se si fosse fatto ricorso alla stabilizzazione che c’è stata? non avrebbero anche in questo caso disatteso l’art. 30 del citato decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ???

  • 21/11/2010 in 22:20
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    caro diego. il contratto collettivo nazionale e la legge brunetta parla chiaro! non parla che sono esenti le regioni a statuto speciale!
    l’italia e’ una!
    io non posso venire alla manifestaz. perchè non sapevo nulla, per caso navigando in internet ho trovato questo forum! non riesco a scendere sono di turno non ho neanche i congedi x motivi familiari li ho finiti! ho chiesto al mio caposala ma ci sono 3 malattie e siamo in carenza con questi cazzi di piani di rientro. pensavo di mandare malattia ma non posso la faccio troppo sporca?! cmq vedo se puo’ venire qualcuno a posto mio?.

  • 20/11/2010 in 20:51
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    Il 24 tutti a Palermo per gridare ad alta voce un nostro diritto:
    “Si alla mobilità extra regionale per gli infermieri e tutto il personale sanitario”

  • 20/11/2010 in 20:00
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    Caro Santuzzo hai ragione, ho letto cio che tu hai scritto, ma ti ricordo che la sicilia a uno schermo quale lo statuto speciale, solo se saremo uniti e in tanti potremmo abbattere questo schermo, percio ti invito a leggere con attenzione l’articolo di giornale che e’ uscito il 17/11/2010, dichiarazione di Russo parla di maxconcorso ma se tu leggi bene capirai che in realta e il nuovo nome delle stbilizzazioni, caro Santuzzo invito te e tutti coloro che sono interessati a presentarsi il 24/11/2010 in piazza ottavio ziino a palermo davanti l’assessorato della sanita per riprenderci cio che da anni ci hanno tolto, e finalmente fare sbloccare e cominciare a farci chiamare con le mobilita’ extraregionali.

  • 20/11/2010 in 00:12
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    QUINDI FACCIAMO LE DOMANDE DI MOBILITA’VOLONTARIA IN TUTTE LE AZIENDE
    E AL PRIMO CONCORSO CHE ESCE SENZA ATTUARE LE MOBILITA’ FACCIAMO RICORSO! RAGAZZI CI SONO DELLE SENTENZE CHE HANNO ANNULLATO I CONCORSI E’ OBBLIGATO ALLE AZIENDE DI ACCOGL.RE LE DOMANDE DI MOBILITA’ VOLONTARIE PRESENTATE NEI MESI PRECEDENTI SENZA TITOLI E COLLOQUIO SOLO OBBLIGO!!!!!! NON DORMIAMO CERCHIAMO DI ESSERE UNITI!

  • 20/11/2010 in 00:04
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    Concorsi: è necessario ricorrere alle procedure di mobilità prima di assumere all’esterno
    (Tar Emilia Romagna, Sez. I, Sent. n. 2634/09)
    di Chiara Zaccagnini

    E’ illegittimo indire un concorso quando prima non è stato dato corso alle procedure di mobilità, ex art. 30, comma 2-bis, del Dlgs. n. 165/01.
    Questo è il principio affermato dal Tar Emilia nella Sentenza in commento, con la quale è stato accolto il ricorso presentato da […]

  • 19/11/2010 in 23:59
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    CARI COLLEGHI STATE ALL’OCCHIO?! LA LEGGE PREVEDE DI ATTUARE PRIMA LE PROCEDURE DI MOBILITA’ E SE I POSTI VACANTI NON SI COPRONO CON LE DOMANDE DI MOBILITA’ X SCARSO NUMERO RISPETTO AI POSTI VACANTI SI PUO’ ATTUARE IL CONCORSO.

    E illegittimo bandire un concorso pubblico prima di avere espletato la procedura di mobilita’ del personale – sentenza del consiglio di stato n. 5830/2010 Stampa Invia 0 commenti

    Pubblicato indiritto amministrativo in data30/09/2010 Autore: Rapicavoli Carlo

    1. La sentenza

    Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 5830/2010 depositata il 18 agosto 2010, ha sancito il principio secondo il quale è fatto obbligo alle pubbliche amministrazioni, che devono coprire eventuali posti vacanti del proprio organico, di avviare le procedure di mobilità prima di procedere all’espletamento delle procedure concorsuali.

    Il Consiglio di Stato argomenta la sentenza sull’interpretazione letterale dell’art. 30 del D. Lgs. 165/2001 che, dopo aver fissato al primo comma il principio della mobilità volontaria a domanda (“1. Le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante cessione del contratto di lavoro di dipendenti appartenenti alla stessa qualifica in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento. Le amministrazioni devono in ogni caso rendere pubbliche le disponibilità dei posti in organico da ricoprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni, fissando preventivamente i criteri di scelta. Il trasferimento è disposto previo parere favorevole dei dirigenti responsabili dei servizi e degli uffici cui il personale è o sarà assegnato sulla base della professionalità in possesso del dipendente in relazione al posto ricoperto o da ricoprire”), al successivo comma 2 bis, introdotto dall’articolo 5, del decreto legislativo 31 gennaio 2005, n. 7, convertito con modificazioni dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, stabilisce che “Le amministrazioni, prima di procedere all’espletamento di procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità di cui al comma 1, provvedendo, in via prioritaria, all’immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando o di fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento nei ruoli delle amministrazioni in cui prestano servizio. Il trasferimento è disposto, nei limiti dei posti vacanti, con inquadramento nell’area funzionale e posizione economica corrispondente a quella posseduta presso le amministrazioni di provenienza”.

    “Il tenore letterale di tale previsione – sostengono i giudici -, di cui non è dubitabile in alcun modo l’applicazione anche agli enti locali (rientranti, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, nell’ambito delle disposizione del citato decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165), è del tutto univoco nell’imporre alle pubbliche amministrazioni che devono coprire eventuali posti vacanti del proprio organico di avviare le procedure di mobilità prima di procedere all’espletamento delle procedure concorsuali.

    Tale obbligo ben si coordina con le strategie volte a contemperare il prevalente interesse pubblico alla razionalità dell’organizzazione pubblica e alla funzionalità dei suoi uffici, con le esigenze di riduzione della spesa pubblica e le aspirazioni dei pubblici dipendenti di poter espletare la propria attività in uffici quanto più possibili vicino alle proprie abitazioni.

    Né può sostenersi che una simile previsione mortifichi e comprima irragionevolmente l’autonomia delle singole amministrazioni a bandire procedure concorsuali, atteso che non sussiste alcun divieto in tal senso: dando concreta attuazione al principio di buon andamento ed efficienza che deve connotare l’intera organizzazione amministrativa, all’accertamento della sussistenza di una vacanza di organico l’amministrazione è tenuta innanzitutto ad avviare la procedura di mobilità finalizzata ad accertare l’esistenza di pubblici dipendenti già in servizio, dotati della necessaria professionalità, che si trovino nella legittima condizione di poter ricoprire il posto vacante; l’esito infruttuoso di tale procedimento riespande le facoltà dell’amministrazione di indire la procedura concorsuale, ovviamente nel rispetto delle cogenti disposizioni finanziarie di contenimento della spesa pubblica

  • 16/11/2010 in 13:05
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    ancora fino a stamattina al garibaldi chiamano per incarichi , come si fa a fare le piante organiche se mi chiami per l’incarico????

  • 16/11/2010 in 10:08
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    come si suol dire…”speriamo sia la volta buona”.L’assessore però non ha bisogno di aspettare che le piante organiche vengano esitate può già da adesso firmare un decreto di sblocco, fissare i criteri(che si spera siano solo per titoli, unico modo per far trionfare equità e giustizia) fare le graduatorie ed in seguito a piante organiche definite procedere all’immissione in servizio.Ricordo all’Assessore Russo che il 24 saremo a Palermo per manifestare per questo diritto che dal 2007 ci è stato negato, anche quando sono state fatte le stabilizzazioni, che avrebbereo dovuto coprire il 50% dei posti disponibili….sarebbe la giusta occasione per dimostrare coi fatti caro Assessore ” la politica che opera all’interno delle regole”.

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